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Data : 7/2/2005
Il comparto avicunicolo nei comuni romagnoli

1. Fattori determinanti la localizzazione degli impianti
La scelta oculata del terreno su cui effettuare la costruzione ha una rilevante importanza per i pollai da adibire all’allevamento a terra : il terreno ideale sarebbe quello sabbioso o ghiaioso con leggera inclinazione, per assicurare un drenaggio naturale e l’eliminazione dell’acqua superflua. Dove il terreno non ha queste caratteristiche occorre provvedere con opere sostitutive. Si scartano gli allevamenti per scegliere possibilmente posizioni più elevate capaci di assicurare una discreta ventilazione naturale, premessa indispensabile per ottenere una buona aerazione interna. L’esposizione migliore è quella che garantisce la massima insolazione unitamente alla difesa dai venti principali. In certe zone collinari, particolarmente ventose, sarà opportuno predisporre siepi frangivento. Alberi dotati di folte chiome hanno la precisa funzione di evitare gli effetti dannosi del caldo eccessivo. Gli allevamenti inoltre devono avere una buona luminosità interna, mentre di notte o in condizioni di scarsa luminosità si dovrà provvedere con un sistema di illuminazione artificiale, per permettere agli animali di potersi alimentare in continuazione. Essendo questa attività zootecnica una delle poche che non dà origine a liquami, ma solo a rifiuti solidi facilmente trasportabili, non sussistono tutti quei grossi problemi connessi alla presenza di scarichi altamente inquinanti. Tuttavia la localizzazione degli allevamenti nei pressi dei centri urbani è sconsigliata, per evitare che le esalazioni dei rifiuti ed eventuali polveri arrechino disturbo alla popolazione.
Per questo esiste una normativa che regola e limita enormemente l’insediamento zootecnico nei pressi dei centri abitati. La vicinanza degli allevamenti ad infrastrutture commerciali favorisce la rapida collocazione del prodotto agevolata dall’economicità d’esercizio e dal miglioramento della qualità stessa. Le industrie di macellazione e trasformazione, presenti in questa parte di Romagna, in concomitanza con gli altri fattori precedentemente citati, hanno contribuito ad incrementare e ricercare nuove soluzioni per una migliore qualità e per la conquista di nuovi mercati di consumo. Tali industrie di macellazione e di trasformazione, affiancate da una miriade di altre imprese collaterali, per la costruzione di impianti ed accessori, sono sorte posteriormente all’avicoltura, creando ulteriori posti di lavoro e frenando ulteriormente l’esodo delle popolazioni locali. Elemento indispensabile è stata la facile disponibilità di acqua, sia nell’allevamento che nelle lavorazioni ad esso collegate. Per questo motivo si tende a localizzare gli impianti dove l’approvvigionamento idrico non incida eccessivamente sui costi di gestione degli impianti.

2. Diversificazione della produzione in dipendenza dal territorio
La produzione avicola, come precedentemente citato, sotto il profilo igienico - sanitario è sì stata agevolata dai numerosi vantaggi della collina (minore inquinamento ambientale, migliori condizioni climatiche e di areazione), ma anche ostacolata da fattori di carattere diverso come cedimenti, crolli di edifici dovuti alla neve, difficoltà dei trasporti, smottamenti e frane dei terreni: si è quindi maggiormente concentrata nella pianura e nella bassa collina, dove esistono condizioni complessivamente migliori. Le differenziazioni si accentuano per gli allevamenti di galline ovaiole, che necessitano di maggiore preparazione tecnica e cura, per cui la diffusione di questo tipo di allevamento si è sviluppata maggiormente in pianura dove è più facile reperire manodopera più qualificata ed imprenditori tecnicamente più preparati.
Nella ex - provincia di Forlì queste produzioni si sono insediate principalmente lungo le fasce collinari e pianeggianti dei comprensori Cesenate e Forlivese. Analizzando il settore, non solo in rapporto alle diverse fasce altimetriche, ma anche nel contesto dei tre comprensori, si nota una certa selettività e preferenza per lo sviluppo delle aziende avicole, dovuto ai fattori sopra accennati, ma in particolare alla presenza di industrie collaterali, al facile approvvigionamento dei mangimi ed alla vicinanza di infrastrutture commerciali di rilevante importanza.
Per quanto riguarda il pollo da carne la distribuzione degli allevamenti differisce da quelli delle ovaiole perché è più concentrata in montagna.
Il comprensorio di Forlì si distacca nettamente da quello cesenate e da quello riminese per quantità, mentre la produzione del comprensorio cesenate è notevolmente superiore a quello riminese.
Da notare che il comprensorio di Rimini, benché ultimo come quantità prodotta, presenta allevamenti tecnicamente più avanzati degli altri due, ma, avendo avuto un notevole sviluppo turistico, non si è dedicato molto all’incremento di altri settori, compreso quello avicolo: sarebbe più opportuno quindi qualificare Rimini e la sua area come area di consumo più che di produzione avicola.
Considerando i dati rilevati dalla C.C.I.A.A. di Forlì nel 1980 relativi alla destinazione dei prodotti avicoli locali si nota che solo l’11,32% dei polli e il 13,63% delle uova viene consumato nel territorio dei tre comprensori.
Se consideriamo che in queste percentuali hanno peso rilevante i consumi dei residenti, il consumo del settore turistico si può considerare minimo.
Questo è dovuto alle particolari caratteristiche del turismo balneare romagnolo che si concentra in un periodo abbastanza breve e che non è determinante su certe produzioni, fra cui l’avicoltura. Gli impianti produttivi riescono senza sforzo e senza necessità di ampliamenti a fronteggiare l’aumento estivo della domanda.


3. Consistenza degli allevamenti avicunicoli nei Comuni delle Provincie di Forlì-Cesena e Rimini
Questo prospetto è stato redatto con i dati forniti dalle AUSL di Rimini, di Cesena e di Forlì aggiornati all’anno 1999.
La prima cifra riguarda il numero degli allevamenti, mentre la seconda fra parentesi indica il totale dei capi allevati.

 

COMUNE

POLLAME

CONIGLI

da carne

ovaiole

pollastre

riproduttori

altri

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BELLARIA I. MARINA

68000

105000

120000

.

32000

.

CATTOLICA

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.

.

CORIANO

.

50000

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GEMMANO

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MISANO ADRIATICO

.

.

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.

MONDAINO

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.

.

.

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MONTECOLOMBO

90000

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.

.

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1000

MONTEFIORE CONCA

22000

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MONTEGRIDOLFO

.

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MONTESCUDO

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1500

MORCIANO

.

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POGGIO BERNI

.

.

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91500

16

RICCIONE

.

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.

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RIMINI

35250

52000

12000

.

950

6500

SALUDECIO

.

.

.

.

.

.

SAN CLEMENTE

44000

.

.

.

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.

SAN GIOVANNI MARIGNANO

.

.

.

.

.

2000

SANTARCANGELO

271000

143200

63000

15000

112000

.

TORRIANA

390000

.

.

428000

.

.

VERUCCHIO

74000

79000

.

.

.

6500

BAGNO DI ROMAGNA

6(285000)

3 (363000)

.

.

 .

1 (300)

BORGHI

 .

8 (215000)

.

 .

5 (110000)

 .

CESENA

32 (1.409.300)

29 (1074650)

.

 .

7 (165000)

2 (6150)

CESENATICO

6 (148.000)

8 (466000)

.

 .

3 (2600)

GAMBETTOLA

.

4 (248.000)

.

.

 .

.

GATTEO

3 (76000)

2 (27300)

.

1 (1.500)

LONGIANO

12 (382160)

9 (233000)

.

1 (3.000)

1 (350)

MERCATO SARACENO

19 (2.357.000)

4 (268.000)

.

 .

 .

1 (400)

MONTIANO

2 (29.000)

.

.

.

.

.

RONCOFREDDO

2 (111.000)+8(376000)

.

 .

1 (80000)

.

S. MAURO P. LI

1 (6.000)

5 (250000)

.

1 (7000)

.

SARSINA

3 (125.000)

.

.

.

.

SAVIGNANO

11 (280.000)

4 (110.000)

.

 .

2 (42000)

 .

SOGLIANO

8 (227500)

4 (138.640)

.

.

 .

 .

VERGHERETO

 .

 .

.

.

2 (23000)

1 (50)

BERTINORO

2 (24.000)

.

.

6 (221.000)

1 (20000)

.

CASTROCARO

3 (39.000)

3 (91.000)

.

1 (28.000)

.

1 (11.000)

TERRA DEL SOLE

CIVITELLA DI R.

13 (378.000)

2(40000)

.

6 (109.000)

1 (70000)

2 (5000)

DOVADOLA

1 (5.000)

.

.

.

1 (7.000)

FORLI’

29 (2.106.000)

12 (772.500)

.

26 (1.254.000)

3 (92.000)

8 (117.500)

FORLIMPOPOLI

5 (381.000)

1 (52.000)

.

.

1 (82.000)

.

GALEATA

12 (466.500)

2 (125.000)

.

1 (5000)

.

.

MELDOLA

12 (632000)

5 (530.000)

.

.

5 (87.000)+3 (70000)

5 (30800)

MODIGLIANA

.

.

.

.

1 (16.500)

.

PORTICO

1 (21.000)

1 (23.000)

.

1 (5000)

.

.

SAN BENEDETTO

PREDAPPIO

10 (447.500)

5 (177.000)

.

.

.

PREMILCUORE

1 (7000)

1 (41500)

.

.

.

.

ROCCA SAN CASCIANO

1 (21.000)

.

.

.

.

.

SANTA SOFIA

24 (795000)

1 (167.000)

.

.

 .

3 (16.500)

TREDOZIO

.

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1 (8000)

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